lunedì 22 marzo 2010

U.S.A . SOCIALI

RIFORMA SANITARIA U.S.A. 2010

Dopo quasi cinquant’anni,
hanno fatto questa GRAZIA,
mò se curan li malanni,
a chi a soldi sta in disgrazia.

Se po’ annà all’ ospedale,
senza il becco di un quattrino,
nun pensà ar funerale,
o ar MIRACOLO divino.

Questo grazie all’ OMO NERO,
ch’ hanno fatto presidente,
c’ è riuscito pe’ davvero:
or lo stato n’ è più assente.

Oggi ar posto de ‘n fucile,
han comprato la SALUTE,
verso un monno più civile,
so’ cambiate le vedute.

Li DIRITTI pe’ ‘na volta
han prevalso sur denaro,
questa sì ch’ è ‘na gran svolta:
sia 'sta strada il nuovo FARO !!!!





di Emanuele Macaluso
Em.Ma.
Obama ha vinto la difficilissima battaglia sulla riforma della sanità perché ha capito che bisognava concedere qualcosa a chi, anche tra i democratici, stava sull’altro fronte. Il Presidente ha scelto il meno peggio a una sconfitta fondata sul tutto o niente, come pensano qui alcuni “sinistri”. Un successo importante perché garantisce la copertura sanitaria a 35 milioni di americani esclusi, e perché afferma un principio che resta al centro dello scontro politico in Usa: il ruolo dello Stato nella tutela dei deboli. In Francia la vittoria dei socialisti e della unità a sinistra è un segnale importante, non solo per il governo delle regioni, ma anche perché la sinistra appare come un’alternativa credibile nello scontro sulla crisi economica e sociale. Il vento sembra che cambi anche in Inghilterra e in Germania. La cocente sconfitta della sinistra alle elezioni europee è alle nostre spalle, ma non facciamoci illusioni: la destra populista ha larghi spazi. Lo vediamo in Italia con Berlusconi. Le elezioni italiane avranno certamente un eco in Europa, dove tutto è in movimento. Teniamone conto.

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LA MOBILITA’

Ancor giovane ma vecchio,
pe’ ‘sto monno der lavoro,
quest’arriva al mio orecchio,
eppur me sento ancora un toro.

In montaggio pe’ vent’anni,
co’ l’indiani subentrati,
so’ arrivati i veri danni,
ci hanno tutti licenziati.

Ma lo stato te sostiene,
c’è la gran MOBILITA’,
a quarcuno je conviene,
un che costa la metà.

A fatica vivo l’oggi,
‘no stipendio da miseria,
se a quarcuno nun t’appoggi,
a sfamasse è cosa seria.

Quel che spendo io in un mese,
a qualcuno basta un’ora,
forse ci ho troppe pretese,
ma il bisogno qui si ignora.

( dedicata ad E. Chiappinelli
con l’augurio di un domani migliore )